Il cosmetico in parola, che io ho scelto per la sua pubblicizzata adeguatezza alle pelli “miste” e grasse (come la mia), è contrassegnato dal marchio “Dove”, che appartiene all’ampissimo portafoglio della multinazionale britannica “UNILEVER”, la quale, con la miriade di brand di cui è titolare, commercializza generi alimentari e articoli per la cura della persona e della casa. Il marchio “Dove”, però, che è nato negli Stati Uniti a metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, conquistando nel corso del tempo una fama di livello mondiale, contraddistingue esclusivamente prodotti per la cura del viso, del corpo e dei capelli.
Il preparato è fabbricato in Russia ed è contenuto in un flacone di polietilene a bassa densità, dotato di un dispenser “anti-spreco” con comodo beccuccio, il quale, all’atto della vendita, è bloccato da uno “stopper” riutilizzabile, dello stesso colore dell’etichetta; quest’ultimo, applicato ad incastro, scongiura fuoriuscite accidentali della schiuma e, al tempo stesso, facilita l’individuazione del prodotto. La mousse in commento viene, infatti, commercializzata in 5 differenti versioni (tutte per la detersione del viso, naturalmente), che si distinguono appunto per il diverso colore. Oltre a quella verde “purificante”, di cui stiamo argomentando, abbiamo: quella rosa “illuminante”; quella blu “idratante”; quella turchese “delicata”; quella acquamarina “anti-impurità”.
Il tipo di packaging utilizzato assicura un’efficace schermatura contro i vari agenti esterni che si possono concretizzare, per cui permette di conservare a lungo il prodotto; tale circostanza si rivela piuttosto propizia, visto che il contenuto del recipiente, di 160 ml, è sufficiente per numerose applicazioni.
L’etichettatura, in lingua italiana, è chiara ed esaustiva: il consumatore trova la gran parte delle informazioni di cui ha bisogno, tra cui quelle relative alla composizione del prodotto (conformi alla c.d. “INCI”), alle modalità di utilizzo e ai suoi effetti; ulteriori indicazioni sono reperibili sul sito web del produttore. Sul flacone, oltre al numero di lotto, è impresso il c.d. “PAO” (“period after opening”), ovvero quel simbolo grafico rappresento da un barattolo aperto recante un numero (che in questo caso è il “6”) seguìto dalla lettera “M” (che sta per “mesi”), il quale indica l’arco di tempo entro cui un cosmetico può essere utilizzato senza “rischio sanitario”, cioè senza effetti nocivi per il consumatore. Compare, inoltre, di fianco all’indicazione del quantitativo contenuto dal flacone, la “℮” rappresentativa del c.d. “simbolo di stima”, il quale certifica che il divario tra la quantità effettiva contenuta nella confezione e quella nominale riportata in etichetta non eccede i limiti fissati dalla normativa dell’Unione Europea.
Ho trovato il recipiente in parola agevole da usare e, all’occorrenza, comodo da portare al séguito; quando lo si trasporta in borsa o in valigia, se si teme che il dispenser, benché opportunamente ruotato, possa azionarsi accidentalmente per effetto degli urti, è possibile bloccarlo in maniera più sicura, riutilizzando lo stopper di cui abbiamo parlato in precedenza.
L’impiego di questa schiuma non esige una peculiare perizia. Il fabbricante sottolinea che la sua formulazione è avvenuta in Giappone, rispettando fedelmente i canoni della c.d. “J-Beauty”, ossia la “japanese skincare routine”, la quale, com’è noto, rinviene uno dei suoi capisaldi nel massaggio. Basta, in effetti, applicare sulla pelle umida 1 o 2 dosi (rectius, “noci”) di questa mousse, massaggiare delicatamente per 15-30 secondi e, quindi risciacquare con acqua tiepida. Personalmente, eseguo il trattamento al mattino e alla sera, effettuando dei rilassanti movimenti circolari con le punte delle dita; il risciacquo è piuttosto agevole: l’epidermide non rimane unta e i residui di schiuma si rimuovono facilmente. Una volta conclusa la detersione, soprattutto al mattino lavo il viso con acqua fredda, non solo per svegliarmi🥱, ma anche per far sì che i pori, ormai perfettamente puliti, si chiudano per bene.
Il prodotto, che è infuso con l’esclusivo “Beauty Serum” idratante e arricchito con ceramidi ed estratto di amamelide (purtroppo, l’economia della presente trattazione non mi consente di analizzare i beneficî di ciascuno di questi toccasana), esala un profumo delicato, piuttosto gradevole. Con la sua texture cremosa e densa risulta particolarmente efficiente: strucca e deterge a fondo la cute, rimuovendo il sebo in eccesso con una conseguente diminuzione, alquanto significativa, sia dei punti neri che dei pori visibili. La pelle rimane, per molte ore⏲, liscia, opacizzata, odorosa e anche idratata. In merito a quest’ultimo effetto, il fabbricante richiama l’attenzione soprattutto di coloro che hanno una pelle molto grassa, le quali potrebbero essere (erroneamente!😯) portate a ritenere che sia preferibile averla secca. In realtà – come si legge nella pagina promozionale – l’idratazione contrasta efficacemente la produzione del sebo, al contrario di quanto, invece, accade per la disidratazione, la quale altera il naturale equilibrio dell’epidermide, peggiorandone le condizioni.
Utilizzando il prodotto, non ho registrato né arrossamenti, né irritazioni, né reazioni allergiche di alcun tipo, a suggello di quanto assevera il produttore, il quale precisa che ha una composizione ipoallergenica, senza saponi e parabeni, che è stata testata, non solo dermatologicamente, ma anche oftalmologicamente.
Sulla scòrta dell’esperienza maturata con questa mousse detergente viso, che reputo profondamente positiva, ritengo equo e concorrenziale l’importo di 5,90 euro, al quale viene attualmente commercializzato il flacone da 160 ml.